passaparola

giovedì, giugno 19, 2008

Dalle aule dei processi per Mafia alle aule del Parlamento

i magistrati comunistA






e i magistrati di estrema sinistra



Il solo esser riusciti a portare nelle aule del Parlamento certi concetti è un punto di svolta definitivo!
Spero l'Italia continui così, la stanno facendo a pezzi...solo davanti al disastro non si possono chiudere gli occhi.

lunedì, giugno 16, 2008

Emendamento "Salva-Silvio"



[...riporto da Alicenews]

Roma, 16 giu. (Apcom) - I processi per reati commessi "fino al 30 giugno 2002" e puniti con pene detentive inferiori ai 10 anni, in corso di svolgimento e compresi tra la fissazione dell'udienza preliminare e la chiusura del dibattimento in primo grado "sono sospesi" per 1 anno. Questo il cuore dei due emendamenti al Dl sicurezza presentati dai relatori Carlo Vizzini e Filippo Berselli, la cosiddetta norma 'salvapremier'.
In buona sostanza, i due emendamenti all'articolo 2 del disegno di legge per la conversione del dl sicurezza in discussione al Senato presentati dai relatori fissano il limite di 10 anni di pena detentiva e la data del 31/6/2002 come discriminante per la sospensione dei processi in corso. Ciò significa che tutti i processi relativi ai casi in oggetto "vengono sospesi per un anno", salvo, secondo chi ha letto l'emendamento, che "non sia l'imputato a chiedere al presidente del tribunale che il suo processo non venga sospeso". Inoltre, sarà possibile, per i processi sospesi, chiedere il patteggiamento entro tre giorni dalla notifica del provvedimento di sospensione. La sospensione del processo, comunque, non inciderà sulla prescrizione, che verrà maggiorata dell'anno 'perso'. Infine, secondo i due emendamenti, se la parte civile risulterà danneggiata, potrà sempre procedere in sede civile. L'intervento riguarderà una modifica all'articolo 132 del codice penale.
Questo farà sì che continuino i processi per i cosiddetti 'reati gravi', che Filippo Berselli esemplifica con "mafia, terrorismo, stragi, omicidi, morti bianche, traffico di droga, riduzione in schiavitù e altri", e che invece si fermino quelli per reati 'meno gravi'. Il tutto, sempre secondo il presidente della commissione Giustizia del Senato, per risolvere "il problema di una giustizia ingolfata da molti casi in via di prescrizione, dall'obbligatorietà dell'azione penale e dal numero non adeguato di magistrati", oltre che da un "grande numero di processi per comminare pene che saranno concellate per effetto dell'indulto".


Il problema di Silvio è che ce l'ha fatta. Ha sgominato i comunisti. Ora gli verrà meno il parafulmine. E' agli sgoccioli, così come l'Italia! Sarà appeso a testa in giù: la natura umana si lascia condurre facilmente sulle strade dell'odio e della perversione, soprattutto nei periodi di crisi totale. Ci manca poco...



lunedì, giugno 09, 2008

Per non dimenticare - G8 Genova


La notte dei pestaggi
a Bolzaneto il lager dei Gom
"Calci, pugni, insulti: i diritti costituzionalierano sospesi. E dicevano: tranquilli, siamo coperti"

di MARCO PREVE

GENOVA - Un poliziotto che presta servizio al Reparto Mobile di Bolzaneto, e di cui Repubblica conosce il nome e il grado ma che non rivela per ragioni di riservatezza, racconta la "notte cilena" del G8. "Purtroppo è tutto vero. Anche di più. Ho ancora nel naso l'odore di quelle ore, quello delle feci degli arrestati ai quali non veniva permesso di andare in bagno. Ma quella notte è cominciata una settimana prima. Quando qui da noi a Bolzaneto sono arrivati un centinaio di agenti del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria".

E' il primo di uno dei molti retroscena sconosciuti del drammatico sabato del G8. Il nostro interlocutore ammette che "nella polizia c'è ancora tanto fascismo, c'è la sottocultura di tanti giovani facilmente influenzabili, e di quelli di noi che quella sera hanno applaudito. Ma il macello lo hanno fatto gli altri, quelli del Gom della penitenziaria".

E il pestaggio sistematico nella scuola? "Quello è roba nostra. C'è chi dice sia stata una rappresaglia, chi invece che da Roma fosse arrivato un ordine preciso: fare degli arresti a qualunque costo. L'intervento lo hanno fatto i colleghi del Reparto Mobile di Roma, i celerini della capitale. E a dirigerlo c'erano i vertici dello Sco e dirigenti dei Nocs, altro che la questura di Genova che è stata esautorata. E' stata una follia. Sia per le vittime, che per la nostra immagine, che per i rischi di una sommossa popolare. Quella notte in questura c'era chi bestemmiava perché se la notizia fosse arrivata alle orecchie dei ventimila in partenza alla stazione di Brignole, si rischiava un'insurrezione".

La trasformazione della caserma di Bolzaneto in un "lager" comincia lunedì con l'arrivo dei Gom, reparto speciale istituito nel 1997 con a capo un ex generale del Sisde, e già protagonista di un durissimo intervento di repressione nel carcere di Opera. Appena arrivati - vestiti con le mimetiche grigio verde, il giubbotto senza maniche nero multitasche, il cinturone nero cui è agganciata la fondina con la pistola, alla cintola le manette e il manganello, e la radiotrasmittente fissata allo spallaccio - prendono possesso della parte di caserma che già alcune settimane prima del vertice era stata adattata a carcere, con annessa infermeria, per gli arrestati del G8.

La palestra è stata trasformata nel centro di primo arrivo e di identificazione. Tutti i manifestanti fermati vengono portati qui, chi ha i documenti li mostra, a tutti vengono prese le impronte. A fianco alla palestra, sulla sinistra, accanto al campo da tennis, c'è una palazzina che è stata appositamente ristrutturata per il vertice ed è stata trasformata nel carcere vero e proprio. All'ingresso ci sono due stanzoni aperti che fungono da anticamera. Qui, la notte di sabato, fino a mattina inoltrata di domenica, staziona il vicecapo della Digos genovese con alcuni poliziotti dell'ufficio e qualche carabiniere.

"Quello accaduto alla scuola e poi continuato qui a Bolzaneto è stata una sospensione dei diritti, un vuoto della Costituzione. Ho provato a parlarne con dei colleghi e loro sai che rispondono: che tanto non dobbiamo avere paura, perché siamo coperti".

Quella notte. "Il cancello si apriva in continuazione - racconta il poliziotto - dai furgoni scendevano quei ragazzi e giù botte. Li hanno fatti stare in piedi contro i muri. Una volta all'interno gli sbattevano la testa contro il muro. A qualcuno hanno pisciato addosso, altri colpi se non cantavano faccetta nera. Una ragazza vomitava sangue e le kapò dei Gom la stavano a guardare. Alle ragazze le minacciavano di stuprarle con i manganelli... insomma è inutile che ti racconto quello che ho già letto".

E voi, gli altri? "Di noi non c'era tanta gente. Il grosso era ancora a Genova a presidiare la zona rossa. Comunque c'è stato chi ha approvato, chi invece è intervenuto, come un ispettore che ha interrotto un pestaggio dicendo "questa non è casa vostra". E c'è stato chi come me ha fatto forse poco, e adesso ha vergogna". E se non ci fossero stati i Gom? "Non credo sarebbe accaduto quel macello. Il nostro comandante è un duro ma uno di quelli all'antica, che hanno il culto dell'onore e sanno educare gli uomini, noi lo chiamiamo Rommel".

Che fine hanno fatto i poliziotti democratici? "Siamo ancora molti - risponde il poliziotto - ma oggi abbiamo paura e vergogna". (26 luglio 2001)

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